Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti

“E mentre io mi allontano, i miei libri, che pur essendo stati scritti da me hanno una vita propria, andranno per la loro strada, ciascuno seguendo il suo destino.”
Han Kang

“È l’amore a generare la sofferenza, e certe sofferenze testimoniano l’amore?”
Han Kang

“Leggere e scrivere letteratura vuol dire opporsi a ogni atto che distrugga la vita.”
Han Kang

“Nella notte più buia il linguaggio ci chiede di cosa siamo fatti, insiste sulla necessità di immaginare i tanti punti di vista delle persone e degli esseri viventi che abitano questo pianeta; il linguaggio ci collega gli uni agli altri. La letteratura, che si fonda sul linguaggio, possiede inevitabilmente una sorta di calore corporeo.”
Han Kang

“E quanto dobbiamo amare per restare umani fino alla fine?”
Han Kang

“Non potrebbe essere proprio questo a permetterci di sopravvivere nel nostro mondo precario e violento? Il fatto di appuntare lo sguardo sugli aspetti più vulnerabili dell'essere umano, e sfiorarne con la mano l'innegabile calore?”
Han Kang

“Quando scrivo, utilizzo il mio corpo. Osservo, ascolto, annuso, assaporo; sento la morbidezza, il calore, il freddo, il dolore; percepisco i battiti del cuore, la sete, la fame e tutto ciò che il mio corpo avverte mentre cammina o corre, quando è sferzato dal vento e dalla neve, o tiene la mano a qualcuno - utilizzo ogni più sottile sfumatura...” (continua)(continua a leggere)
Han Kang