Tutte le frasi di Nicolai Lilin
- Dal libro: Caduta libera
“Il terreno era caldo, sembrava quasi bollente: attraverso il giubbotto lo sentivo vibrare a ogni esplosione. Così il sonno mi stava prendendo, e guardando il cielo stellato sentivo una pungente sensazione di paura e debolezza: perché non riuscivo più a capire se le stelle che vedevo lassù in alto erano vere, o se erano solamente delle pallottole...” (continua)(continua a leggere)
“Sulla faccia gli era rimasta un’espressione di paura e dolore che non gli avevo mai visto prima. La sua maglietta con le colombe era bucata dai proiettili e piena di sangue. Teneva il suo cappello da macchinista ancora stretto tra le mani. La posizione del corpo era scioccante: per morire si era messo come i neonati, le ginocchia al petto,...” (continua)(continua a leggere)
“Era arrabbiato ed era un brutto segno, perché quando Mel si arrabbiava finiva che ci picchiavamo, e siccome era quattro volte piú grosso di me io le prendevo sempre. L’ho steso una sola volta in vita mia, ma avevamo poco piú di sei anni: l’ho picchiato con un bastone aprendogli una ferita in testa, approfittando del fatto che era rimasto...” (continua)(continua a leggere)
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