“Chi dice che la vita è bella non sa quel che dice.”

Secondo la leggenda, chiedendo il re Mida insistentemente al saggio Sileno quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l'uomo, il demone rispose: "Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto". Per fare un altro esempio dello stesso tenore è la seguente frase di Calderon de la Barca: "El major delito del hombre es haber nacido". Ad una prima lettura superficiale si potrebbe pensare che entrambe le visioni siano improntate ad un pessimismo tanto radicale quanto insopportabile, ma se si ha voglia di approfondire, di arrivare alla sostanza delle cose, ci si rende conto che si tratta di testimonianze riguardanti la consapevolezza della presenza di un malum mundi originarioche gli uomini per quanto dotati di buona volontà non riescono nemmeno a scalfire. Ad ulteriore riprova di ciò basta leggere le opere di autori del calibro di Leopardi o Montale (solo per citare due esempi significativi) per capire come la vita possa essere ritenuta male in quanto tale. Ed a nulla servono i facili ottimismi, ma occorre aver maturato l'idea che è solo in una prospettiva ultraterrena, ed in relazione ad un Dio trascendente, che possiamo ancora sperare di raggiungere la felicità perduta.

EmilioRega